Resilienza ai tempi del virus. I’m back – Grazie mamma, grazie papà.

Mattina presto. Sul treno verso nord. Tra le mani il libro “Vita Liquida” di Zygmunt Bauman. Ciò che avverrà è già nella tua mente da settimane. La teoria della relatività ristretta si presenta dal finestrino del treno e balena come una fitta nel centro nevralgico del pensiero.

La sera rientri a casa, sempre in treno. Cala il sipario del primo atto. Sei a casa per davvero senza certezze e senza la tua banale vita recente. Poi arriva il virus che altro non è che paura solida. Stai a casa. Dovrebbe essere bello, lo è, ma è una forzatura. Sei a casa. Con i tuoi pensieri. Con le tue persone care.

Dopo un paio di mesi, per la festa della mamma, cucini un piatto semplice con tanto amore e regali a tua madre dei fiori. Sono i tuoi genitori. Vecchi. Felici perché ti hanno potuto toccare e baciare e tu gli hai portato un piatto da condividere insieme. Vedi la pura felicità negli occhi del tuo passato e del tuo futuro. Nell’universo di tua mamma e nel pensiero di tuo padre vedi tanta forza e la concretezza dei vecchi tempi. Pensi al significato della resilienza per l’essere umano.

Sei a casa e non puoi uscire, non hai certezze ma i tuoi genitori hanno mangiato dei bocconi ben più amari. Sono forti, dolci e fatti di legno. Loro sono i valori. Loro sono l’esempio, i tuoi idoli, sono il futuro che guarda se stesso. Loro sono forti e resilienti. Il mondo come è oggi è troppo carico di stimoli. Loro sono sopra ogni cosa.

Tuo padre ti racconta … “quando ti fai 20 chilometri al giorno per andare a cercare da mangiare ed altri venti per tornare a casa (a piedi) il resto diventa semplice”. La nostra generazione può solo capire. I nostri figli non ancora. Allora sei certo che non sia nulla svegliarti ogni giorno molto presto e continuare a lavorare duro, mente e corpo, per contrastare gli effetti dell’apatia. L’autodisciplina a cui dovevano forzatamente sottostare i tuo genitori diventa tua. Loro facevano ben altro. Il mondo era più arido. Ti alzi e ti rialzi ogni giorno. Nutri la mente ed il corpo, ti alleni come un carcerato in una cella di isolamento. Finalmente capisci che la forza dei tuoi genitori è dentro di te. Sai che perseverare è umano.

Lottare contro le forze avverse della vita è ciò che ti permette di godere ad oltranza di ogni singolo respiro in più. Resistere è bello. Resistere e adattarsi è Darwiniano. Ti accorgi che sei una nuova persona, che ti sei adattato ancora un’altra volta e sai che tu sei il futuro e che i tuo figli erediteranno la tua genetica, la tua resilienza e la tua forza.

Ti piacerebbe regalare questa esperienza ad altre persone. Sei diventato un mentore come la tua famiglia lo è stata la per te. Sei ritornato più forte di prima ed ora vuoi regalare la tua esperienza ad altri. Sei un mentore per genetica. Tuo figlio ti apprezza, tua moglie ti ama. La prossima volta che prenderai un treno per rientrare da nord (senza mascherina) sarai ancora e sempre un vincente. Never give-up. Mamma, Papà siete degli eroi: “la mia esperienza vorrei regalarla alle nuove generazioni”. Quindi porterai questa energia al lavoro.

Per mio figlio consiglio questo bellissimo libro (i miei genitori non hanno bisogno di leggerlo):

Perseverare è umano / Pietro Trabucchi

Inoltre suggerisco anche questo interessante articolo HBR (in Inglese):

The making of an expert
“The development of genuine expertise requires struggle, sacrifice, and honest, often painful self-assessment. There are no shortcuts.”

Grazie mamma, grazie papà. Io sono resiliente grazie alla vostra storia ed ai vostri geni. Dopo il virus tornerò più forte di prima. I’m back. We are back stronger than ever. Vi amo mamma e papà.