A volte la gente è stanca, stufa e senza prospettiva. Questo brodo primordiale di stati d’animo sfavorevoli, mischiati con un’economia depressa, possono formare la scintilla che dà vita ai movimenti sociali di protesta quale, in Spagna, il Movimento 15-M: Los Indignados.
La storia recente ci racconta di una primavera dell’inizio del 2011, la primavera araba, che a colpi di “twitter” ha permesso ai paesi Nord-Africani di amplificare la loro voce a favore di una rivoluzione popolare dai toni gutturali. Un effetto quasi immediato della protesta ha portato ad un aumento repentino dei prezzi del barile di petrolio (oltre 100$ ad unità). L’effetto domino, dovuto all’aumento del prezzo di questa materia prima, ha avuto ripercussioni nefaste sull’economia Spagnola già fustigata duramente dalla crisi finanziaria del 2008-2009.
La rivoluzione araba e la complicata situazione economica del paese iberico hanno contribuito alla nascita del movimento de “Los Indignados”. Nato in Spagna ufficialmente il 15 maggio del 2011, il movimento sociale aveva come fine la sensibilizzazione delle masse ad una maggior consapevolezza della forza della democrazia e la LOTTA contro le banche ed il sistema economico che ha piegato la Spagna e infettato il mondo intero con la crisi finanziaria.
In questi anni (2008-2009) il mondo globalizzato ha dovuto abdicare per la prima volta contro la potenza comunicativa dei social media. Il complesso sistema di interdipendenze tra le nazioni industrializzate ha funto da combustibile per il fuoco che si espandeva a livello mondiale esportando la crisi immobiliare al di fuori degli Stati Uniti. Molti paesi che avevano un mercato immobiliare in forte (ma malsana) crescita si sono trovati in una situazione a rischio. La Spagna è una di quelle nazioni, vero soprattutto per le regioni più a sud, che ha visto crescere il settore delle costruzioni in modo incontrollato. I fattori della crescita esponenziale sono stati l’immigrazione di massa, che ha contribuito all’aumento della forza lavoro, e dei tassi di interesse estremamente favorevoli.
I movimenti sociali però si formano quando non c’è lavoro, quando il “furore serpeggia e fermenta”. Il vero tallone d’Achille della Spagna è la disoccupazione, soprattutto la disoccupazione giovanile.
I due fattori che influenzano il mercato del lavoro in Spagna sono la poca efficacia del sistema educativo e il costo (di formazione) necessario per entrare nel mercato del lavoro. Generalmente le opportunità offerte dal mercato del lavoro non sono allineate con l’aspirazione degli studenti.
(In figura 1 il tasso di disoccupazione nei paesi di riferimento indicati nella tabella)